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FAVOLETTA FINITA!

La favoletta finita gentilmente offerta dal nostro Virmone.

Scritto da Virman Vundabar  | 

C’era una volta un cavallo che era un gran pigrone e non aveva per niente voglia di lavorare. 
Il contadino lo sgridava sempre perché quando lo cercava al mattino per fargli tirare l’aratro puntualmente lo trovava sotto i salici a farsi un bagno nel laghetto e poi alla sera quando doveva farlo rientrare nella stalla, il contadino lo doveva tirare via di forza dalle altre cavalle.
Il contadino era triste perché non riusciva a lavorare bene senza l’aiuto del suo cavallo, così il raccolto sarebbe stato un disastro e non avrebbe potuto sfamare i propri quattordici figli.
Poteva cambiare cavallo, andare in paese alla fiera e sceglierne un altro più bello per sostituirlo, ma non voleva perché quel cavallo in passato era stato tanto bravo ad arare il campo e gli voleva comunque ancora un gran bene. I quattordici figli del contadino non erano d’accordo. Avrebbero preferito che loro padre si fosse sbarazzato di quel vecchio animale impigrito.

Un giorno il contadino era nel suo campo col cavallo e gli dava giù di frusta perché la bestia non era sufficientemente veloce.
Il cavallo pigro, che faceva sempre di testa sua, iniziò per dispetto ad andare sempre più piano al punto che inciampò in una zolla e cadde rompendosi una zampa.
Il cavallo pianse perché era azzoppato e non riusciva più ad alzarsi. Il contadino guardò la povera creatura sofferente ben sapendo quello che doveva fare: avrebbe dovuto prendere un gran bel sasso e terminare le sofferenze del cavallo con una botta secca sul muso. Con quel gesto il contadino avrebbe fatto contenti i suoi 14 figli e avrebbe finalmente preso un nuovo cavallo,
“Mi dispiace amico cavallo, ma ora ti ucciderò con un masso.” disse iniziando a frugare sul terreno. Ma il contadino non riuscì a trovare una pietra abbastanza grande e siccome non aveva il coraggio di fare fuori il cavallo a mani nude, scappò via nella foresta lasciandolo in uno stato pietoso.
Il cavallo pianse ancora maledicendo il contadino. Dopo una vita intera di servitù il suo padrone lo aveva lasciato a morire da solo nel campo.

Il contadino stava correndo per la foresta quando si fermò per riflettere “…e se il cavallo non morisse? E se si rialzasse e venisse a cercarmi per farmela pagare? I miei figli non sarebbero più contenti!”
Passava di lì una volpe e il contadino, credendo di essere astuto, disse “volpe, ho un regalo per te! Laggiù troverai un cavallo morente, lo puoi mangiare perché è tutto tuo” e scappó a gambe levate.
La volpe raggiunse il cavallo e gli si avvicinò quatto quatto per non spaventarlo.
Il cavallo era ancora vivo e vedendo la volpe scoppiò a piangere ancora più forte. “‘Noooo è arrivata la volpe! Il mio contadino mi ha abbandonato ora la volpe mi mangerà”
La volpe scoppiò a ridere “ahahah il tuo contadino mi ha detto di venire a mangiarti, ma io non ho intenzione di farlo! Non lo sai che quel maledetto contadino mi ha sempre scacciato dal suo pollaio col fucile? Perché dovrei eseguire un suo ordine? No, mio caro. Io sono qui per aiutarti, curerò le tue ferite e insieme ci vendicheremo del contadino”
Il cavallo colmo di sorpresa iniziò a sorridere e abbracciò la volpe per ringraziarlo di cuore.

Dopo che le ferite del cavallo furono guarite i due nuovi amici si incamminarono e giunsero alla casa del contadino verso il tramonto.
La volpe e il cavallo spiarono dalla finestra e videro che tutta la famiglia era a tavola brindando per l’acquisto di un nuovo cavallo.
La volpe iniziò a riflettere “mmm sono in troppi per noi due soltanto. Come potremmo fare?”
Passava di lì un orso enorme e si fermò per salutare la volpe e il cavallo. “Cosa state facendo qui fuori miei piccoli amici? Fate attenzione, quella è la casa di un contadino terribile.”
Alle volpe venne un’idea “Orso caro, tu sei la più bella e forte delle bestie, lo dico io e lo pensa anche il cavallo”
L’orso arrossì timidamente e cominciò a sentirsi molto lusingato. La volpe continuò “non sei forse tu che hai preso tante bastonate dal contadino quando provavi a rubare il miele alle sue api? Ti ha fatto molto male vero?”

L’orso iniziò a ringhiare mentre con i suoi artigli grattava il terreno sempre più nervosamente.
La Volpe allora spiegò il suo piano all’orso e al cavallo e li fece nascondere dietro a un cespuglio. 
“Contadino!” urlò la volpe “Vieni fuori ti voglio ringraziare per avermi lasciato mangiare quel cavallo così gustoso”
Il contadino si affacciò dalla finestra, vide la volpe e disse “volpe sono contento che tu sia sazio, ma tu sei una bestiaccia e con te non voglio avere niente a che fare”
La volpe rispose con sorriso beffardo “ah è così? Allora vado a mangiarmi tutte le tue galline” scattò improvvisamente verso il pollaio che era dietro la casa e il contadino lo perse di vista. Dopo aver rassicurato tutti e quattordici i figli, il contadino uscì di casa prendendo il fucile e appena girato l’angolo trovò davanti a sé l’orso.
Il contadino cercò di sparare un colpo ma la grossa bestia fu più veloce. L’orso atterrò il contadino con le sue zampe e iniziò a farlo a pezzi con i suoi lunghi artigli.
Le grida del contadino attirarono fuori i quattordici figli che però non poterono passare tutti insieme dalla porta, dovettero farlo al massimo uno per volta.
Quando il primo dei figli varcò la soglia gli arrivò uno zoccolo dritto sulla faccia che lo fece volare in terra. Anche al secondo capitò la stessa cosa, anche al terzo, al quarto e al quinto…fino al quattordicesimo. Il cavallo si era vendicato dei figli del contadino che lo volevano mandare via.

I tre amici si ritrovarono tutti insieme di lì a poco. La volpe con la pancia piena di galline, l’orso con la pancia piena del contadino e il cavallo che si gustava la vittoria vedendo i figli del contadino svenuti per terra. 
La casa venne data alle fiamme e i tre amici ballarono in cerchio per molte ore fino a quando il fuoco non si spense.

FAVOLETTA FINITA.


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