Never understimate the heart of a champion
La strana parabola di Neymar al PSG
"Never understimate the heart of a champion"
Non conosco Rudy Tomjanovich, non essendo un patito di NBA, ma quando mi hanno fatto notare questa massima, il giorno della tripletta di Ronaldo all'Atletico Madrid, ho capito che mai frase pronunciata sia stata più centrata.
E se i meno romantici vogliono sostituire cuore con orgoglio, poco importa. Nelle ultime settimane, il cuore di un campione è salito alla ribalta; quello di Neymar JR., che dopo aver mosso mari e monti per tornare al Barcellona, ha dovuto ingoiare il boccone, e si è dovuto accontentare di rimanere nella prigione dorata parigina.
Una scelta, quella del campione della selecao di andare a Parigi, da lui stesso ripudiata immediatamente, ma che in queste settimane lo ha messo di fronte a un bivio fondamentale della sua carriera; perdersi all'alba dei 28 anni o rilanciarsi al mondo grazie al suo immenso talento, pur in una situazione spiacevole?
E allora vai di rovesciata vincente contro lo Strasburgo, per acciuffare 3 punti al 93esimo, vai di serpentina con stoccata vincente finale all'87 contro il Lione, per altri 3 punti acciuffati in zona Cesarini, vai anche di tap in contro il Bordeaux, su assist di Mbappé.
Tuchel è un uomo intelligente, ha sempre ribadito che qualora Neymar sarebbe rimasto, lui lo avrebbe ritenuto una risorsa, e a una risorsa come Neymar non si dice no, a prescindere. E i fischi dei suoi tifosi diventano sempre più benzina per il suo orgoglio. E ora per il PSG potrebbe stagliarsi all'orizzonte una stagione diversa anche in Champions, dopo la squalifica, infortuni permettendo.
"Never understimate the heart of a champion". Sarebbe come passare velocemente il dito sulla fiammella dell'accendino senza bruciarsi, e illudersi che tenendo fisso il dito sulla fiamma, quello continuerà a non bruciarsi. Meglio non farlo. Mai.
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