La parola che nessuno riesce a dire
Di amnesyach
Siccome sto per andare in ferie anch'io, voglio dirlo prima: il nemico di quest’anno sarà l'insopportabile espressione dei tifosi bianconeri secondo cui vincere è l’unica cosa che conta, sì, ma solo a targhe alterne.
Questo mantra dell’all-in, ammesso che esista, è molto sensato. Fanno bene giornalisti e tifosi avversari a parlare di un all-in. Mai nella nostra storia abbiamo avuto una rosa (leggasi rosa e non 11 titolare) così forte. Se non ora, quando? Le ultime due finali le hai perse contro i due giocatori più forti di sempre. Ora, uno di questi è ancora un tuo avversario, l’altro invece gioca nella tua squadra. Intendiamoci: non si tratta di un all-in perché, come l’Inter del triplete, questa Juve ha puntato tutto sull’immediato e non c’è più futuro. No, niente a che vedere con quell’Inter, anche per questioni di fatturato. Ma non si può negare che la società, specialmente con l’ultimo scambio Bonucci-Caldara, abbia manifestato chiaramente a cosa ambisce.
Per la prima volta nelle ultime stagioni riusciamo a finanziarci il mercato senza perdere un top. Hai ceduto Buffon e l’hai sostituito con Perin, ma già l’anno scorso Szczesny ha offerto prestazioni più rassicuranti rispetto a Gigi. Hai perso Higuain e l’hai rimpiazzato col numero uno di sempre, gli anni scorsi quando cedevamo i vari Vidal, Tevez, Pogba e Bonucci questo non accadeva mai. Hai perso il trentaquattrenne Lichtsteiner rimpiazzato da Cancelo. Spinazzola per Asamoah. Bonucci per Caldara. Emre Can per Sturaro (si spera). A conti fatti hai dato via solo due titolari, Buffon e Higuain, e ne hai inseriti quattro nuovi. Ma di cosa parliamo? È vero, ad essere pignoli manca una mezzala d’inserimento e di grande tecnica per rendere questa squadra perfetta, ma nell’anno dell’arrivo di CR7 sarebbe ridicolo lamentarsi.
Non sono un ingenuo. So che vincere la Champions è ben diverso da vincere un campionato, le partite sono ridotte e il rischio aumenta. Non si può pianificare la vittoria della Champions. E allora? Peraltro esistono le avversarie e riconosco la loro forza. Per cui considerando anche l’età dei nostri giocatori, ritengo più corretto darci un limite di due anni per la vittoria della Champions. Se ciò non dovesse arrivare, lo considererò un fallimento sportivo.
Nel 2021 scadono diversi nostri sponsor importanti (Adidas e Jeep), non abbiamo ancora uno sponsor per le maglie d’allenamento. Arrivarci con una Champions in tasca cambierebbe tutto. Tutto. E la prima a saperlo è la società che ci ha sapientemente guidato in questi anni.
Capisco il voler togliere pressione dai giocatori, quindi non mi aspetto che società e allenatore dicano espressamente che senza coppona la stagione sarà fallimentare. Fanno bene a non dirlo. Ma noi non lavoriamo per la Fc Juventus, noi ci limitiamo a tifare e sognare. E non credo che i nostri giocatori siano così deboli mentalmente al punto d'avere il terrore di ciò che viene loro richiesto su Twitter.
A questi sette anni meravigliosi di vittorie domestiche manca la ciliegina. Metterla o no cambierà considerevolmente l’aspetto dell’intera torta, non nascondiamoci. Non coronare questo ciclo vincente con una vittoria europea, garantirebbe sempre un alibi agli avversari (sì però in Europa…). Inoltre diventeremmo la squadra che è riuscita a far perdere la Champions al giocatore più forte del mondo, cosa che non siamo mai riusciti a fare da avversari. Avrebbe il sapore di beffa.
Lasciando per un attimo da parte noi tifosi, stiamo parlando di una squadra che è essa stessa frustrata per prima dalla mancanza di riconoscimenti in Europa, devo ricordare io gli strascichi post Cardiff e Madrid?
La verità è che per i nostri stessi tifosi vincere è l’unica cosa che conta solo quando siamo noi a farlo. Quando non vinciamo scattano gli alibi, come per tutti gli avversari che amiamo sbeffeggiare. Basta mani avanti, non se ne può più. Urliamolo a gran voce: senza la Champions non va per un cazzo tutto bini.
E poi mi tocca ad assistere anche all'isteria per le rivali italiane che si rafforzano, le stesse a cui diamo 30 punti di distanza da anni, quando ormai dovremmo guardare solo alle big europee perché la nostra dimensione è quella.
Higuain che rimane in Italia è una notizia bellissima per il nostro movimento. Certo, considerando l'abilità che ha dimostrato nel purgare la sua squadra precedente non è il massimo, ma noi da quest'anno siamo la squadra di Cristiano Ronaldo, ce ne rendiamo conto?
Ma vivaddio se Modric andasse all’Inter! Primo perché in questi anni è emerso chiaramente che il Real è ben più una nostra antagonista rispetto ai nerazzurri, nelle ultime cinque stagioni li abbiamo affrontati sette volte, ormai questa sfida è un habitué (stessa cosa dicasi per il Barça affrontato sette volte nelle ultime quattro stagioni). Secondo perché è il valore dell’avversario a rendere grande una vittoria, e con avversarie domestiche più forti ci si diverte di più. Servono gli stimoli. Gli stessi che mancano ai giocatori del Bayern perché non hanno rivali, e ora molti hanno il mal di pancia a restare in Baviera. Quantomeno in Serie A da questo punto di vista stiamo riemergendo dagli abissi del 13-15, tra i peggiori campionati di sempre. E se dovessimo perdere uno scudetto non morirà nessuno (a parte i nostri tifosi più provinciali). Perché l’obiettivo più importante, il sogno, è un altro. E non è solo mio o dei tifosi, ma di una dirigenza che non vuole passare alla storia come la più vincente della Juve senza riconoscimenti internazionali.
Sono stanco di una tifoseria che ha paura della sua stessa ombra e solo a nominarla, la Champions, se la fa in mano.
Per quanto riguarda le nostre avversarie europee, tra le ormai storiche top 3 solo il Barcellona si è rafforzato degnamente. Il Real finora ha perso il suo top tra i top e comprato qualche riserva, senza sottovalutare il cambio allenatore. Il Bayern ha iniziato un processo di ringiovanimento senza acquisti eccellenti e con un allenatore alla prima esperienza in un top club.
Il Psg ha cambiato guida tecnica ma finora sul mercato si è mosso poco. Mourinho ha perso lo smalto di un tempo e la rosa del Manchester United è poca cosa in confronto alla nostra. Guardiola sta continuando a portare avanti il suo progetto sportivo e francamente fatico a vederlo fuori dalle semifinali per il terzo anno consecutivo, ma la squadra resta comunque più debole e inesperta della nostra.
Rimangono Liverpool e Atletico Madrid, due outsider un po’ sottovalutate ma nelle mani di sapienti allenatori che quest’estate hanno saputo resistere a cessioni eccellenti e, anzi, hanno operato un’ottima campagna acquisti portando a casa giocatori funzionali al loro tipo di gioco e tappando alcune precedenti falle.
È vero, le insidie saranno tante, partendo dagli avversari fino ad arrivare a noi stessi. Ma ora che siamo di fisso nell’olimpo delle top 3-4 d’Europa non ci si può più nascondere. Altrimenti diventiamo antagonisti di un motto (che io aborro ma tant’è, il motto è lì, esiste ed è condiviso da chi ci amministra) che ci caratterizza. Noi siamo questa roba qua, inutile negarlo.
Vincere la Champions non è importante, ma è l’unica cosa che conta, no?
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