Juve, i tifosi sono parte di te.
È arrivato il momento di restituire un tifo alla vecchia signora.
Tre i momenti chiave, tutti nel primo tempo.
Chiesa segna, va sotto la curva.
Vlahovic segna, va sotto la curva e abbraccia i tifosi.
Rabiot segna, va sotto la curva.
Un unico comune denominatore, i tifosi, che ieri nella trasferta friulana che ha visto uscire vincitrice la signora, hanno dato dimostrazione dell'amore e dell'appoggio che possono dare alla squadra dagli spalti. A memoria nelle ultime stagioni della Juventus, le gare allo stadium hanno visto il settore ospiti primeggiare sul resto dello stadio, provocando forte imbarazzo come quando in un infrasettimanale con il Sassuolo, una trentina di sostenitori neroverdi riuscirono a fare più rumore rispetto a tutto il popolo di casa. Ieri la sensazione è stata opposta, la curva della Juventus che in trasferta si fa sentire, dimostrando quanto sia importante anche per i calciatori sentire il supporto e l'amore del loro popolo, ha sovrastato i padroni di casa. Peccarità, è giusto che la società non voglia ritrovarsi in problemi parecchio più grandi di lei come quando Andrea Agnelli, allora presidente della Juventus, fu chiamato all'antimafia per il caos di qualche ultras poco interessato al reale bene della squadra ma più alle sue tasche, ma non si può evitare e rimandare di cercare un compromesso; la Juventus ha bisogno del suo popolo, ha bisogno dell'amore che lo stadio ha dimostrato di saper dare. Chiudiamo con un aneddoto che spesso racconta Fabio Caressa, giornalista di Sky sport. Caressa racconta che il primo anno dello stadium, nella stagione 2011/12, lo stadio era un valore aggiunto fondamentale, affermando che tra gli spalti e il campo c'era una connessione energetica spaventosa che era percettibile anche da casa, non a caso in quell'anno la Juventus tornò a vincere per la prima volta dallo scandalo di calciopoli, continuando a collezionare scudetti fino al 2020. Adesso il grido dev'essere unanime, Juve, i tifosi sono parte di te!
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