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You are what you is

Scritto da Fabio Villani  | 

 

In punta di piedi mi unisco alle solite, noiose, polemiche da social nel post-partita di Lazio-Juve, una vittoria che consegna 11 punti di vantaggio alla Juventus di Massimiliano Allegri dopo il pareggio a Milano da parte del Napoli di Ancelotti.

“L’ha vinta lui con i cambi?”

“Ha sempre ragione lvi”

“Allegri capra!”

“Allegri vattene!!!”

In breve e spietata sintesi sono sempre queste le posizioni che dopo ogni partita (figuriamoci dopo 90 minuti passati sulle montagne russe!) si contrappongono in maniera stucchevole e ridondante.

Molto rapidamente sulla partita: non ho mai avuto dubbi sull’esito finale del match. E non mi ritengo di certo un veggente. La storia della Juve di Allegri negli ultimi anni in partite simili contro avversari di questa caratura (mi viene in mente la partita contro la Lazio lo scorso anno, quella contro il Tottenahm) in queste situazioni parla chiaro.

E parla chiaro anche la storia della Lazio di Inzaghi, la classica squadra a cui mancherà sempre il centesimo per arrivare al canonico dollaro. Hanno buttato via una qualificazione in Champions dopo essere stati in vantaggio a pochi minuti dalla fine. Di scontri diretti vinti negli ultimi anni se ne contano davvero pochi. Penso sia una delle squadre meno clutch della storia del campionato italiano di queste stagioni.

Tornando a noi: siamo così brutti? Dobbiamo dare la colpa alla formazione? Ad Emre Can? A Douglas Costa? Alla serata no di Ronaldo? 

Anche qui, mi sembra piuttosto semplicistico, parlare di singoli episodi e singoli giocatori. Mi sembra davvero inutile parlare anche di formazioni azzeccate o meno.

Come canta Frank Zappa, in un inglese volutamente sbagliato, you are what you is.

E, sotto questa gestione, saremo sempre questa roba qui: una squadra con meravigliose individualità, una fase difensiva piuttosto organizzata, una fase offensiva ridotta al lumicino delle proprie stelle. Che essendo dei giocatori pazzeschi possono accendere in 5 minuti e ribaltare questo tipo di partite, contro questo tipo di avversari. Nulla di cui dobbiamo davvero sorprenderci.

Quest’anno abbiamo tra le nostre fila, grazie al Dio mercato, anche il singolo per eccellenza.

Basterà questa Juve 16-17, 17-18 o…18-19 con un Ronaldo in più (e si spera con un briciolo di intensità in più) per avere la meglio contro squadre che di stelle ne possono mettere altrettante e fartele pesare?

Basterà il ritorno di Mandzukic? Il croato è davvero imprescindibile perchè è il crossing game l’unico modo che abbiamo di attaccare le difese (questo per me è un limite ma per colui che sta in panchina evidentemente no).

La mia parte diffidente oggi tende a dare parere negativo. In fondo anche in questo caso, la nostra storia recente parla chiaro. You are what you is.


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