#CR7Juve: la grande occasione
L'estate 2018 segna un punto storico della storia della Juventus F.C. per come la conoscevamo noi. Ormai è sotto gli occhi di tutti che l'acquisto di Cristiano Ronaldo porta la nostra amata squadra in una dimensione differente. Parliamo di un giocatore che ha vinto 5 palloni d'oro, 5 Champions League con due formazioni differenti (Manchester United e Real Madrid), un campionato europeo con il Portogallo e chissà quanti record stracciati in termini di realizzazioni.
Oltre a tutto questo bagaglio clamoroso in termini di palmares e in termini tecnici, Cristiano porta anche un seguito spaventoso in quanto a visibilità. Anche qui i numeri sono impressionanti e dimostrano la portata di un'operazione storica anche per una società prestigiosa come la Juventus, che nel suo passato ha avuto modo di avere come protagonisti bianconeri gente come Platini, Zidane, Nedved, Sivori, Del Piero, Rossi, Scirea. Basterebbe analizzare i nuovi followers su Twitter e Instagram passati dal Real Madrid alla Juventus, il numero quello delle magliette vendute nel giro di 48 ore, la grancassa globale che l'acquisto di CR7 ha avuto su ogni forma di mass-media.
Questo imponente cambiamento accande in me una piccola ma significativa speranza: che l'avere il più forte giocatore del mondo, l'atleta più riconosciuto e mediatico del pianeta nella nostra squadra possa generare un salto di qualità non solo nelle casse e nell’espansione commerciale del brand Juventus , ma anche per ciò che concerne tutto quello che riguarda mentalità in campo (questo vale per giocatori e allenatore) e fuori dal campo (aspetto sulla tifoseria che chiarirò più avanti).
La Juventus con Ronaldo manda un chiarissimo messaggio, in primis a sè stessa, poi al resto delle big europee: al tavolo dei grandi potenze del calcio continentale non siamo ospiti secondari ma possiamo sederci e metterci comodi.
A questo messaggio di una società (e una proprietà!) sempre più solida, ambiziosa e avanti anni luce rispetto al contesto italiano devono seguire i fatti: niente più timori reverenziali nei confronti di nessuno, nessuna paura a proclamare la Champions League come un obiettivo concreto e realizzabile (che non vuol dire che si debba per forza vincerla!), un atteggiamento in campo meno sparagnino e più offensivo in grado di esaltare Ronaldo e i suoi partner d’attacco.
Ma soprattutto il mio piccolo appello lo faccio ai tantissimi tifosi juventini: basta dare importanza a personaggi e contesti che ormai non hanno nulla a che fare con quello che la stessa società sta portando brillantemente avanti non solo con i risultati sul campo (veniamo da 7 scudetti e delle ottime annate europee) ma anche con l’avvento del nuovo logo, l’innaugurazione della nuova struttura nell’area della Continassa, il J-Medical, la squadra femminile oltre al già conclamato, dal 2011-12, Juventus Stadium.
Io capisco perfettamente lo sdegno verso il giornalismo alla Varriale-Pistocchi, capisco anche la rabbia di chi guarda indietro con risentimento alla stagione di Calciopoli, sono stato uno di voi!. Ma oggi con 7 scudetti e un Cristiano Ronaldo in più da mostrare al mondo, vale davvero la pena chiedere una qualche forma di legittimazione popolare-mediatica ad un sistema e ad un modo di fare informazione che è dietro anni luce rispetto a quello che stiamo portando avanti?
Vale davvero la pena incavolarsi con le sparate di un De Laurentiis mentre lì fuori, in qualche provincia dell’Asia tropicale o dell’Africa sub-sahariana dei ragazzi inizieranno a chiedersi se sarà più forte il Barcellona di Messi o la Juventus di Cristiano Ronaldo?
Io credo proprio di no. Pensiamo al campo, godiamoci questa grande squadra, questo immenso campione e soprattutto cerchiamo, tutti, di pensare in grande. Mi sembra giusto proseguire quel messaggio che Andrea Agnelli ha dato a noi e a tutto il mondo calcistico con quel volo partito da Pisa per raggiungere Cristiano Ronaldo in Grecia a Costa Novarino.
Il futuro è adesso!
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