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A lezione da Pirlo

Il calcio del mister: cosa trarre dalla sua tesi

Scritto da Edoardo Di Nuzzo  | 

Partiamo dal presupposto che il Calcio – o una idea di esso, come in questo caso – non è esplicabile in una tesi di 30 pagine, nemmeno se ti chiami Andrea Pirlo. Da queste 30 pagine di tesi possiamo però estrapolare ed analizzare alcuni interessanti passaggi. L’introduzione è la traduzione di quello che noi, di questi tempi, chiamiamo Calcio Europeo, quello “propositivo, di possesso e di attacco”. L’idea di calcio totale è, ovviamente, affascinante e rimanda alle scuole di pensiero Arrigo Sacchi e Johan Cruyff. Ciò che più mi ha colpito è la visione che ha Pirlo del modulo:

Da una occupazione statica dei giocatori si sta arrivando ad un’occupazione dinamica delle posizioni funzionali ai principi del modello di gioco

Meno specializzazione e più totalità di visioni e letture richiesta al singolo. Un concetto che, in questo caso, è più vicino al calcio di Guardiola piuttosto che di Conte, tante volte citato come esempio da Andrea Pirlo.

Altri spunti interessanti possiamo prenderli dal capitolo “Giocatori” nel quale Pirlo elenca e descrive le caratteristiche – ruolo per ruolo – dei suoi giocatori ideali. Interessante è la descrizione del difensore centrale:

I difensori sono diventati i primi registi della squadra, prendendosi spesso il compito di impostare visto le numerose marcature a uomo a cui vengono sottoposti i play. Ormai i “passaggi chiave” (trasmissione palla che supera una linea di pressione avversaria) dei difensori centrali stanno raggiungendo numericamente quelli dei centrocampisti centrali

Basti pensare a quando Pirlo veniva pedinato e schermato ogni partita da un giocatore avversario, era lì che Bonucci si prendeva le responsabilità di fare la giocata importante per rompere le linee avversarie. Bonucci che, se questa è la visione del “difensore centrale ideale” credo sarà centrale nel progetto del nuovo mister. Il capitolo “difensori esterni” non lo voglio trattare nemmeno, vi dico solo che la descrizione che ne fa Pirlo è riassumibile con João Pedro Cavaco Cancelo.

Altra analisi interessante che possiamo fare è quella della fase di costruzione “a rombo” o doppio triangolo, chiamatela come volete. Pirlo parla di “movimento continuo e dinamico, senza fretta ma senza pause”. Torniamo al concetto di giocatori totali, dinamici ed interscambiabili. Anche qui la visione è molto simile a quella Guardiola-Barcellona: la palla, anche se non c’è spazio, deve muoversi sempre e mai rimanere ferma tra i piedi di un singolo giocatore, perfino con scambi a 1 metro di distanza.

Altro aspetto che ho trovato molto simile al Barcellona di Pep è l’ampiezza: “Vogliamo che un giocatore … sia sempre largo ed in punta per garantire in ogni azione la massima larghezza del campo sia a destra che a sinistra. Questo ci permetterà di costringere i terzini avversari ad una scelta: o restano larghi e concedono spazi al centro, o stringono ed arriveranno sempre in ritardo sui nostri cambi gioco e tagli dei nostri esterni”.

Barca come esempio, due allargano tantissimo il campo, ciò facilità l'imbucata per l'inserimento centrale:

Veniamo ora all’argomento pressing. Abbiamo letto più e più volte di quanto sia importante per Pirlo la riconquista del pallone nel minor tempo possibile e questo viene, infatti, evidenziato nella tesi. Più che un pressing feroce ed aggressivo uomo-uomo quello di Pirlo è un lavoro collettivo di indirizzamento: indirizzare la giocata nella zona debole studiata per poi avere tanti giocatori pronti ad aggredire proprio in quella frazione di campo. Così facendo, Pirlo è disposto anche a lasciare due giocatori avversari sul lato debole, cosa che l’anno scorso – soprattutto a inizio anno – abbiamo subito tantissimo con i cambi di gioco.

Così nella meta-campo avversaria e difesa posizionale nella nostra, con linee belle strette e compatte oscurando soprattutto ogni genere di infilata. Difesa che, pur essendo posizionale, non vuole essere schiacciata a ridosso della propria area.

Credo che un calcio propositivo, di attacco e di qualità possa dare grandi vantaggi. Maggior entusiasmo nell’ambiente … Sono convinto inoltre che ricercare questo tipo di calcio possa dare più possibilità di arrivare alla vittoria finale. Motivo in più per ricercare fin da subito un gioco di qualità che produca tante occasioni da goal

AMEN.

Idee, idee e ancora idee. Idee sulle quali possiamo fantasticare ancora per qualche giorno, poi sarà il campo a darci risposte, come è giusto che sia. Idee che spero – e credo fortemente – Andrea Pirlo porterà avanti senza cadere in quel “compromesso italico/juventino” che rischia di tarpa le ali e rischia farci implodere da troppo tempo.


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