Se il compromesso diventa letale
La Vecchia Signora guarda in faccia la realtà
Al termine della partita d'andata degli ottavi di Champions League, il mio umore - come quello di molti altri tifosi - ricorda terribilmente il post Atletico Madrid Juventus dello scorso anno, così come lo ricorda la situazione che si sta delineando per la squadra. Oggi è difficile trovare un solo colpevole, la squadra ha letteralmente passeggiato per 60 minuti almeno, quasi invogliando un avversario - a dire il vero anche abbastanza remissivo - ad attaccarti, perché come detto dall'allenatore nel post partita la squadra gestiva il possesso palla in maniera lenta e prevedibile, senza aggressione sulle seconde palle e, di conseguenza, creando pochissimo. I principali colpevoli vengono identificati dai più in Leonardo Bonucci e Miralem Pjanic, ma andando ad analizzare un blando primo tempo vi sono anche due errori assurdi di Rabiot che non chiude un'azione semplice che avrebbe comunque messo un compagno davanti la porta avversaria, e di Bentancur che da una rimessa laterale si fa trovare totalmente impreparato nell'azione che vede il talento cristallino di Houssem Aouar sfornare l'assist per il vantaggio francese. Con il senno di poi, è facile dire che magari sarebbe servito un attaccante esterno, un terzino, una prima punta ecc, ma la realtà è che non possiamo sempre invocare il calciomercato quale panacea a tutti i problemi che, evidentemente, allenatore e giocatori hanno, ma che non possono essere una scusante.
Per quanto mi riguarda, il principale responsabile di una partita come quella di ieri, resta comunque l'allenatore, ma non per questioni tecnico tattiche, perché nessuno può chiedere ai giocatori di passeggiare ed essere passivi sia quando bisogna correre in avanti che all'indietro, non è quello il punto.
Maurizio Sarri, arrivato alla Juve non per un cambio di mentalità o di approccio, ma, come ho sempre pensato, perché ritenuto il migliore allenatore italiano per continuare a vincere, sta palesando enormi difficoltà nel trovare il giusto compromesso tra quello che lui ritiene il modo migliore per portare a casa il risultato e le caratteristiche, o meglio dire le abitudini, dei giocatori a disposizione. "Se tiri troppo la corda di una chitarra la romperai, ma se la lasci troppo allentata non suonerà" . Ecco, a mio parere, quello che sta succedendo. Nel tentativo di trovare la via di mezzo propedeutica all'illuminazione, l'allenatore bianconero sta lasciando troppo suonare uno spartito a dei giocatori che non lo conoscono più, e, consequenzialmente, ti trovi a non fare bene nessuna fase di gioco.
Ci sono dei giocatori importanti e, per carità, fortissimi, che per un motivo o per un altro è da dicembre che non stanno più offrendo il contributo dato fino al doppio confronto con la Lazio, per me vero spartiacque in negativo della stagione.
Che senso ha insistere con loro? Soprattutto visto e considerato che i risultati, appena il livello si alza un minimo, non arrivano, basti vedere Napoli Verona Lione e metto in mezzo anche il Milan, che senza quel rigore - poteva starci anche ieri sera - sarebbe andata allo stesso modo. Il turno potresti anche passarlo, perché il Lione non è chissà quale corazzata, e perché il risultato lo permette ancora, ma cambierebbe qualcosa nella costruzione di una squadra alla ricerca della propria identità? Quello che Maurizio Sarri è chiamato a fare è guardare in faccia la realtà. Se parti con l'idea che giocatori come Pjanic , come Bonucci , possano rappresentare la colonna portante della tua squadra, ma poi, per un periodo più o meno lungo, ti accorgi che queste fondamenta stanno crollando, vanno prese scelte forti, perché a pagare poi sarà
solo lui, e a prescindere dal fatto che questo sia giusto o meno, bisogna che porti avanti il suo lavoro senza eccessivi compromessi e scelte politiche.
Guardare in faccia la realtà, appunto, ma che lo faccia con lucidità e raziocinio, poiché guardando il fondo di un pozzo magari sembra di vedere la verità, guardi il riflesso del sole e della luna, ma quando cadi giù, poi, non trovi il sole o la luna, ma la verità.
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