Quel che resta del giorno dopo, Allegri vs Adani
Il lascito di un litigio televisivo già diventato cult
Raramente un bisticcio televisivo ha tenuto banco sui social per così tanto tempo, eppure é vasto e variegato il campionario di liti in favore di camera nel panorama televisivo italiano. Ciò nonostante lo scontro verbale tra Adani e Allegri, seppur brevissimo, é riuscito a polarizzare il dibattito calcistico in due fazioni e ad inasprire ancor di più i toni di una disputa che con il calcio c’entra poco o nulla, testimonianza ne é il fatto che nessuno ha posto l’accento sulle discutibili risposte del mister toscano prima che l’intervista si trasformasse in una singolar tenzone.
L’Ajax non ha dominato, abbiamo solo subito quattro ripartenze: a questo punto sorge spontanea la domanda. Cosa intende Allegri per dominio? Di sicuro non guarderà alle statistiche avanzate perché sono prove inconfutabili di una disfatta che non ha precedenti nella sua gestione. Magari il dominio nell’idea allegriana é creare molto più del tuo avversario? Tenderei ad escludere anche questa ipotesi, significherebbe non aver visto la partita. L’unica conclusone logica a cui sono riuscito ad arrivare é che Allegri non contempli l’idea di dominio, nel suo calcio sono gli episodi a decidere le sorti di una partita e quindi di una stagione intera, una componente di imponderabilità che neanche un maggiore livello tecnico della squadra riesce a rendere controllabile e che può trasformare una partita in controllo, come lui ha definito il primo tempo di Juve Ajax, in una gara in salita. O più probabilmente sto facendo whishful thinking, forse il livello di malafede di Allegri é tale da non riuscire ad ammettere le proprie responsabilità davanti ad una sconfitta schiacciante, riducendo la prova degli avversari ad una gara episodica.
É facile fare bel gioco, basta mettere le ali terzini e i trequartisti mezzzaii. Poi però bisogna vincere: questa risposta è la banalizzazione che nello sproloquio allegriano si erge per inesattezza e povertà di contenuti. Una generalizzazione sconcertante per superficialità, un continuo sputare sulla tattica che, fino a prova contraria, fa parte del suo lavoro. Allegri non ha espresso un solo concetto chiaro in risposta alla domanda piccata ma legittima di Adani, si é limitato a fare mera ideologia facendo leva su concetti in cui probabilmente neanche lui crede. Quello che si evince da questa risposta è una faciloneria nei contenuti che non é degna di un mister di alto livello. Negli anni tanti allenatori in serie A hanno deciso di non parlare con la stampa nel pre post gara, un’idea che oggi Allegri non dovrebbe scartare. La sua sovraesposizione mediatica ormai lo ha reso un personagggio più vicino ad un cabarettista che non ad un addetto ai lavori.
Il rimpianto più grande che emerge in questa mia breve riflessione é l’occasione sprecata. Da Adani che è stato incapace di mantenere bassi i toni del dibattito quando aveva Allegri in pugno, permettendo al mister toscano di mandare tutto in caciara. Da Cattaneo che da conduttore scafato qual è avrebbe dovuto fermare la lite sul nascere. Dalla Juventus che ha gettato un anno di Cristiano Ronaldo alle ortiche e si appresta a ripetere l’errore.
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