LB Roundtable: il futuro è adesso?
Domande e risposte su ciò che sarà
Delusione europea e scudetto archiviato. Nonostante manchi ancora un mese di calcio giocato, la stagione della Juventus ormai ha ben poco da dire. Con l'aiuto della nostra redazione abbiamo provato a fare il punto su quello che è stata quest'annata e quello che potrebbe essere la prossima. Nuova edizione di LB Roundtable.
Sui social network è polemica continua dal fischio finale di Juve-Ajax. Una settimana dopo, a scudetto conquistato, che aggettivo date a questa stagione? Può considerarsi davvero un fallimento un anno con uno scudetto vinto?
Giovanni Distante: Considerando che l'obiettivo stagionale è stato fallito in modo clamoroso direi che l'aggettivo più adatto sia mediocre.
La vittoria dello scudetto con un rivale imbarazzante come il Napoli di quest'anno non può salvare questa stagione.
Carmen: Stagione che non posso che definire frustrante. Il potenziale inespresso della rosa, pi che un fallimento, parla di un rimpianto che ci si trascina dietro ogni stagione.
Dulafive: A questa stagione personalmente do la sufficienza e non vado oltre. Avere Cristiano Ronaldo in rosa non ti garantisce la CL al 100%, va bene, ma nemmeno fare certe figure e quanto meno bisognerebbe competere alla pari con l'Ajax. Non è mai un fallimento finire con un trofeo ma ha lasciato parecchio amaro in bocca, anche se si può sempre far finta di niente.
Gennaro Sessa: Non fallimento, ma quasi. Sicuramente il primo aggettivo che mi viene in mente per descrivere questa stagione della Juve è “deludente”. La società si era esposta prima finanziariamente e poi a parole, ponendo chiaramente alla squadra 3 obiettivi: Scudetto, Coppa Italia e Champions League. Ma sappiamo tutti che gli esborsi per Cancelo, Emre Can e soprattutto Cristiano Ronaldo, sono stati fatti soprattutto per una svolta in Europa. E invece siamo qui a commentare un’eliminazione ai quarti di Champions tanto clamorosa quanto meritata, contro una squadra dai mezzi infinitamente minori dei nostri. Visto il divario tra noi e le altre società di Serie A, ormai lo Scudetto sembra quasi il premio di consolazione. Consoliamoci, ma non parliamo di “stagione comunque positiva”.
La precaria condizione fisica dei calciatori nel momento cruciale della stagione, la mancanza di coraggio nel provare nuove soluzioni tattiche (a partire dall'inizio dell'anno), le prestazioni sottotono di molti componenti della rosa. Quale di queste tre componenti è risultata decisiva nell'eliminazione in Champions?
Giovanni Distante: Credo ci sia un concorso di colpe tra tutti e 3 i fattori, molti giocatori hanno reso sotto livello per colpa di una condizione fisica pessima e scelte tattiche ampiamente discutibili.
Carmen: La staticità di schemi di gioco ormai noti (agli avversari), in mancanza degli uomini giusti o con gli uomini giusti -guasti-, e la mancanza di schemi alternativi ha condotto all'eliminazione, senza dubbio.
Dulafive: Sicuramente l'arrivare scarichi e pieni di infortuni al momento chiave della stagione ha influito, in CL lo paghi a caro prezzo e così è stato. Le nuove soluzioni di Allegri non esistono o almeno io non ne ho viste, l'unica è Can nella difesa a 3.
Gennaro Sessa: Probabilmente un mix delle tre, sicuramente non c’è una risposta unica. Ciò che balza più all’occhio è la precaria condizione fisica generale di una squadra che ad aprile aveva già vinto lo Scudetto ed è arrivata a giocarsi un quarto di finale decimata dagli infortuni, ma la condizione fisica non può nascondere i limiti di gioco e di idee della Juve di Allegri. Ciò che davvero dovrebbe destare preoccupazione, oltre alla preparazione fisica, è la paura che si instaura nei giocatori della Juve appena vengono pressati un po’ più alti, o appena subiscono un gol. Da questo punto di vista, avere un piano partita diverso dal provare solo a limitare gli avversari avrebbe potuto aiutare nei momenti di difficoltà.
Tra Agnelli che conferma Massimiliano Allegri, i continui rumors su Antonio Conte e le dichiarazioni di Paratici dopo Juventus-Fiorentina dove sta la verità? In sostanza: Allegri rimarrà sulla panchina della Juventus per la stagione 2019-2020?
Giovanni Distante: Purtroppo temo proprio di sì, la scelta di Zidane di tornare al Real ha fatto saltare il banco.
Carmen: In mancanza di alternative credo che la permanenza di Allegri qualificherebbe la triste realtà di un matrimonio di comodo che si trascina ben oltre il punto di rottura. Io però vorrei fidarmi della società e credere che le modalità di uscita dalla Champions abbiano posto fine ai dubbi circa l'opportunità della permanenza di Allegri.
Dulafive: Allegri non è il tipo da andarsene di sua spontanea volontà e dalle parole della dirigenza sembra proprio che possa rimanere. Mi auguro fossero davvero parole di circostanza, il ciclo di Allegri allenatore è strachiuso, impossibile non accorgersene.
Gennaro Sessa: Molti parlano di “dichiarazioni di facciata” di Agnelli e della società, circa la permanenza di Allegri. Questa non può che essere la mia speranza. Dal mio punto di vista, a Cardiff è stata sancita la parola fine sul percorso di crescita che la Juve ha compiuto grazie ad Allegri, che ha avuto indubbi meriti nel gestire momenti difficili (addio di Conte, addio di diversi senatori) e capace di cambiare modulo quando la squadra sembrava averne più bisogno. Ma due anni dopo la finale di Cardiff, la Juve ha continuato a investire su giocatori di qualità indiscussa, e Allegri ha continuato a preferire giocatori sempre più logori e poco funzionali al progetto. Spero che la società si renda conto che non si può andare avanti così, mortificando i giocatori di talento in favore di giocatori pesanti nello spogliatoio.
Poniamo caso che la Juventus decidesse davvero di cambiare allenatore, quali caratteristiche deve avere il prossimo mister bianconero? Su chi puntereste?
Giovanni Distante: Innanzitutto alla Juve ora servirebbe un allenatore, non un gestore. Un allenatore che sappia sfruttare a pieno il potenziale inespresso di questa squadra, che quest'anno secondo il mio giudizio ha reso neanche al 50% delle possibilità. Guardiola sarebbe il sogno di molti ma il mio preferito però in assoluto e sicuramente più abbordabile è Mauricio Pochettino, allenatore spesso sottovalutato.
Carmen: Organizzazione e visione di gioco, meticolosità nella preparazione, astio per le metafore ippiche. Un nome fattibile, per tenere i piedi per terra: Conte.
Dulafive: Serve qualcuno che abbia coraggio di osare e magari meno aziendalista. Guardiola lo vorremmo tutti (o quasi) e sappiamo che è molto difficile. Con Klopp servono determinati giocatori di corsa, per fare un altro esempio. C'è sempre la possibilità di una scelta di un signor nessuno come fecero con Lippi, tipo De Zerbi. Io farei di tutto per prendere Pep, unico in grado di dare una vera a svolta a un ambiente provinciale e mediocre dal punto di vista europeo.
Gennaro Sessa: Il totoallenatore è sempre difficile quando si parla di Juve, per tutti i paletti societari che sembrano influire sulla scelta del tecnico: italiano, con esperienza sulla panchina di una big, possibilmente deve aver vinto. Ormai però, dopo quasi 10 anni di cannibalismo nazionale, i profili del genere iniziano a scarseggiare. E quale momento migliore per rompere i ponti col passato e completare la metamorfosi? Penso che la Juve in questo momento abbia bisogno di un allenatore che possa dare principi di gioco solidi, innovativi, offensivi, sfruttando TUTTO il potenziale di questa rosa, e soprattutto che non pensi a sopravvivere in campionato con il risparmio energetico attivato. Nome realizzabile: Pochettino.
Sabato abbiamo celebrato l'arrivo dell'ottavo scudetto consecutivo. La Juventus può davvero puntare a vincerne 10 di fila?
Giovanni Distante: Salvo suicidi da parte nostra possiamo realmente arrivare ai 10 di fila.
Carmen: La Juventus dovrebbe puntare a vincere qualsiasi trofeo ma mi sento di aggiungere un sottotitolo necessario: dovrebbe farlo in ogni competizione con la stessa convinzione con la quale insegue gli scudetti.
Dulafive: Se la concorrenza rimane questa, non vedo grosse difficoltà all'orizzonte. Nello sport non si può mai dire, chiaro, ma le milanesi hanno bisogno di innesti e soprattutto allenatori per riportarle a competere con la Juve, il Napoli sta buttando via troppi anni positivi e questo rischia di avere un effetto boomerang, come successo alla Roma.
Gennaro Sessa: Per divario tecnico, economico e societario col resto della Serie A, 10 scudetti consecutivi non sono utopia. Gli avversari principali dei prossimi due anni penso saranno Inter e Milan, se riusciranno a trovare due allenatori in grado di rilanciarle. Il Napoli, per quanto in questo momento più avanti, ha dimostrato di non saper reggere la pressione, e probabilmente si avvia alla cessione dei pezzi da 90, Koulibaly su tutti.
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