Cagliari-Juventus 0-2 I top e flop della gara
Top
Emre Can: abbiamo trovato il terzo difensore centrale perfetto. È raro scoprire un giocatore che condensi rapidità, tecnica e fisicità a questi livelli, se aggiungiamo un’incredibile capacità nelle letture preventive ne esce fuori la vera chiave di volta per una Juve corta e aggressiva come auspicavamo due mesi fa. Oggetto inamovibile.
Pjanic: le migliori partite stagionali della Juventus coincidono con le migliori prestazioni di Pjanic, non può essere un caso. Una squadra padrona del possesso e capace di pressare in avanti favorisce il talento bosniaco, libero finalmente di spaziare dove meglio preferisce. Impostazione bassa, cucitura tra i reparti, rifinitura. Indispensabile.
Kean: quello che sorprende di questo magnifico diciannovenne è la capacità di rimanere nella partita anche quando non tocca palla per 10’ o sbaglia un gol clamoroso. Escluso Ronaldo nessuno dei nostri attacca la profondità come lui, questo lo rende uno dei giocatori meno marcabili nel panorama nazionale e potenzialmente un’arma utilissima per la Juventus in questi ultimi due mesi di Champions League. Make the Moise.
Flop
Bonucci: no, non sono ubriaco (non ancora almeno). La partita di Bonucci per efficacia difensiva e qualità del gol meriterebbe solo applausi, peccato che esista il post gara. In NBA i giocatori vengono accompagnati sin dal primo anno di rookie da tutor che curano la qualità della loro esposizione mediatica, insegnando loro il miglior modo di parlare ai media anche davanti a domande scomode. Ai giocatori di serie A non importa esporre buoni concetti in un buon italiano e le parole di Bonucci trasudano freddezza, ignoranza e mancanza di empatia. Non la prima uscita a vuoto di Leo davanti ad un microfono e tutto lascia presagire che non sarà l’ultima. Leone da tastiera.
Giulini: “se vogliamo che tutto rimanga com’è c’è bisogno che tutto cambi”. Giulini deve aver fatto suo questa frase tratta dalla penna di Tomasi di Lampedusa quando ieri davanti ai microfoni di Sky ha dato luogo ad un patetico teatrino dell’assurdo fatto di negazioni strampalate e omertà su un problema, quello del razzismo, che nessun addetto ai lavori nel calcio italiano ha intenzione di risolvere. Principe di Salina.
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