Il centrocampo della Juventus - A che punto siamo?
Esperimenti e punti fermi: come è cambiata la Juve di Pirlo in questi mesi
Arrivati quasi a metà stagione e con un titolo in bacheca, dopo prestazioni altalenanti, è ora di cercare di capire a che punto è l’evoluzione tattica della Juve di Pirlo, e vorrei farlo prendendo particolarmente in considerazione il centrocampo, vero nodo di questa squadra.
Dopo aver iniziato la stagione alternando Bentancur e Arthur nel ruolo di regista davanti alla difesa, con Rabiot o McKennie da un lato e Ramsey o un’ala dall’altro, Pirlo ha lentamente riconvertito il centrocampo, sempre rimanendo fedele al suo principio di fluidità, verso una disposizione che prevedesse in fase di possesso un mediano, in questa fase sempre Bentancur e mai Arthur, e due mezzali , in cui le proiezioni di Cuadrado a destra e l’ampiezza di Chiesa a sinistra andavano a conformare un 3-1-4-2. Con quest’ultima disposizione sembrava si fosse trovata una quadra, ma restava ancora il problema di non riuscire a far coesistere Arthur, il nostro miglior palleggiatore e Bentancur, il nostro miglior mediano. Questo almeno fino a Juve-Atalanta, partita che vede schierata in campo la miglior formazione possibile: Cuadrado – Bonucci – De Ligt – Danilo in difesa, Arthur – Bentancur in mediana, McKennie e Chiesa esterni, sia pur con compiti diversi, Morata – Ronaldo in avanti. Poteva essere il punto di svolta della stagione, se l'intervento di Romero non avesse costretto Arthur a uscire infortunato. E gli strascichi di quella botta pesano, perché siamo costretti a fare a meno del brasiliano contro la Fiorentina.
Comunque sia, quando Arthur torna pienamente a disposizione, l'idea di Pirlo diventa chiara: doppio regista, il 30 con compiti di riaggressione e il 5 con compiti di manovra, coadiuvati dal lavoro in profondità della vera rivelazione di stagione,Wes McKennie, che parte da esterno ma è sia un trequartista aggiunto, che un attaccante che una preziosa sponda per le folate offensive di Cuadrado. Ed è da questo trio che si ridisegna il centrocampo della Juventus di Pirlo, che ripropone la coppia sudamericana contro Sassuolo e Genoa (qui senza McKennie), ma è costretto a tornare sui suoi passi poiché, in entrambe le gare, Bentancur si fa ammonire e viene sostituito all'intervallo.
Abbiamo quindi il terzo centrocampo dell'era Pirlo: parlando attraverso meri numeri relativi al posizionamento in fase di possesso, prima una specie di 442 informe, poi un più chiaro 3-1-4-2 fino al al 3-2-5 in cui Bentancur e Arthur si alternano in fase di costruzione con un pregevole movimento alternato di salita e discesa incontro al pallone e McKennie contribuisce in entrambe le fasi, andando a fare ora l'esterno, ora il vertice alto di centrocampo. A sinistra e a destra l'ampiezza dovrebbe essere garantita da Cuadrado e Chiesa, sul fronte offensivo Kulusevski sembra aver trovato finalmente una sua collocazione come seconda punta, tralasciando la prova opaca di Supercoppa, e dovrà giocarsi il posto con Morata e Dybala accanto a Ronaldo. Quindi ampiezza e verticalità, ampiezza e verticalità: il mantra della tesi di Pirlo sta venendo faticosamente alla luce.
In un pezzo del 6 dicembre scorso (qui il link) mi auguravo che avvenisse questa svolta tattica e non posso che essere contento di vedere che Pirlo stia seguendo proprio questa strada. Arthur libero di prendere e gestire palla non necessariamente davanti ai difensori, Bentancur a fare legna e a portare il pressing. Ma l'affidabilità di questa coppia, sono convinto, va di pari passo con la presenza di McKennie, e difficilmente potrebbe farne a meno: di certo non è compatibile con Ramsey, mentre Rabiot non sembra dare come a inizio campionato quello sprint in avanti di cui necessitano i due centrali per verticalizzare tanto e bene come abbiamo visto in Supercoppa, nonostante l'indegno campo di patate che ha reso assai difficoltosi gli scambi palla a terra tra gli attaccanti.
Sia il gallese che il francese potranno probabilmente risultare utili in particolari situazioni, a patto di essere in piena forma fisica e nella posizione adatta (ovvero: mai più Rabiot a destra), ma credo sia ormai chiaro che quella vista nella finale di Supercoppa è il prototipo della Juve che vorrei, che valorizza i suoi migliori centrocampisti, lasciando un grande potenziale offensivo libero di farsi pericoloso, anche se dipende comunque molto dalla presenza di Cuadrado e McKennie. A questo proposito, è necessaria una considerazione: personalmente credo che l'undici titolare sia all'altezza di giocarsi lo scudetto, ma temo lo stesso non possa dirsi dei ricambi, nella fattispecie quelli dei nostri giocatori chiave, sia sull'esterno (Cuadrado) che al centro del campo (McKennie davanti, Arthur dietro).
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