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Che cosa ci lascia Juventus-Como?

Esordio vincente e convincente, che cosa ci insegna?

Scritto da Edoardo Viglione  | 

Entusiasmo e passione sono i due ingredienti migliori per iniziare al meglio una stagione. Thiago Motta nella conferenza stampa di domenica aveva sottolineato questi due aspetti aggiungendo anche che la sua nuova Juventus avesse lavorato bene e che disponesse di una grande energia per affrontare l’esordio e per ottenere il risultato prefissato. Bene, si può dire che le promesse son state mantenute. Spesso in questi giorni si è dovuto leggere sui social frasi come “calma, era solo la prima ed era contro il Como”. Giustissimo, non bisogna subito festeggiare e sentirsi campioni o invincibili, ma non bisogna nemmeno frenare l’entusiasmo considerando che negli scorsi anni abbiamo assistito a gare nelle quali la Juventus non è riuscita ad essere convincente nemmeno contro rose di livello inferiori a quella di Fabregas. Bisogna prendere tutte le note positive della partita e portarle con sé per affrontare con serenità le prossime giornate. Intanto aver già vinto la prima ed aver scacciato i fantasmi di un inizio negativo è un’ottima notizia che fa bene all’ambiente ed al morale.

Per iniziare a parlare della partita concentriamoci sulla formazione titolare che ha subìto un solo cambiamento rispetto a quella messa in campo contro l’Atletico Madrid nell’amichevole disputata in Svezia. È partito in panchina Douglas Luiz ed al suo posto ha fatto il suo esordio da titolare Samuel Mbangula, prodotto della Next Gen arrivato quattro anni fa dall’Anderlecht. “Gioca chi merita”, è questo il mantra di Motta e non ci dovremo sorprendere se durante la stagione dovessimo vedere scelte simili a quella del belga (come insegna Urbanski a Bologna). Kenan Yildiz, sulla carta, parte trequartista, un ruolo inedito rispetto al precampionato dove l’abbiamo visto spesso e volentieri largo a sinistra. Anche contro il Como, però, il giovane turco si è servito della fascia sinistra per inventare e l’episodio più rilevante è proprio quello che ha portato al 2-0 di Weah. Kenan lunedì è stato pressoché perfetto, si può dire tranquillamente sia stato tutto ciò che ci aspettiamo da un numero 10, un giocatore di fantasia capace di far innamorare il pubblico. 

La nota positiva della partita di lunedì non è solamente il risultato e non sono nemmeno i tre punti, ma la prestazione. Motta non lavora nemmeno da due mesi, ma la sua mano è già evidente. Lunedì sera quello che ha convinto maggiormente è stato vedere la Juventus con un piano partita preciso, con un’identità di gioco chiara e concreta. È stato significativo vedere anche le ”evoluzioni” dei vari giocatori. Andrea Cambiaso nel primo tempo ha interpretato benissimo il suo nuovo ruolo: si accentrava, palleggiava e portava benissimo palla. Nella ripresa ha ricoperto anche la posizione che prima era di Weah, avanzando quindi sulla linea dei trequartisti lasciando Savona giocare più arretrato. Cambiaso ha già lavorato con Motta a Bologna e ci sono tutti i presupposti per pensare che possa essere uno dei giocatori più importanti della Juventus in questa stagione. Manuel Locatelli e Timothy Weah son stati due giocatori che spesso son stati criticati dai tifosi, ma la loro prestazione contro il Como è stata più che positiva. A Dusan Vlahovic è mancata solo la rete, ma è stato bello vedere come Motta ha elogiato la sua umiltà e la sua disposizione ad aiutare i compagni.

Cosa ci lascia quindi Juventus-Como? Ci lascia l’immagine di una squadra forte, organizzata ed unita. Una rosa con ampissimi margini di miglioramento, ma che ancora ha bisogno di essere ritoccata in questi ultimi giorni di mercato (nel mentre è arrivato Kalulu). Successivamente Thiago Motta avrà finalmente una squadra completa da valorizzare e con cui lavorare per realizzare il compito più difficile: traslare quanto di buono abbiamo visto con il Como anche nelle partite più importanti e più complicate. Si parte, però, da due grandissime basi: quella della fiducia e quella dell’entusiasmo.


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