ESCLUSIVA LB: Carlo Pizzigoni a ruota libera sul calcio e i talenti bianconeri.
Le parole su molti temi gentilmente concesse a Live Bianconera da Carlo Pizzigoni.
Una vera e propria istituzione del giornalismo ed opinionismo calcistico per chinque ami realmente questo sport, Carlo Pizzigoni non ha bisogno di alcuna presentazione, ma giusto per rafforzare l'idea di chi non lo conoscesse bene o non conoscesse la capacità di quest'uomo di trattare il calcio emozionando qualsiasi ascoltatore, Carlo è stato co-autore di «BuffaRacconta», scrittore di diversi libri mai banali, collaboratore di Sky, di Gazzetta e della Bobo tv tra le altre.
- Partiamo forte, se dovessi scegliere un momento della tua vita da "calciofilo" che più ti ha fatto emozionare, quale sarebbe? “I momenti che ti coinvolgono maggiormente e sono stati passaggi interessanti della carriera sono diversi, ma secondo me i mondiali sono qualcosa di unico, io ne ho fatti 3 e ci sono tanti aspetti che sono davvero emozionanti; credo quello sia l'evento che riassume 4 anni di storia e che ne genera di nuove, il mondiale per me rappresenta al meglio la storia del calcio. Poi ovviamente per me ci sono state anche tante trasferte e tornei giovanili che a me piacciono molto, come il sudamerican under 20 dove puoi cominciare a vedere la costruzione dei calciatori e il loro talento. Ho fatto tante esperienze ma vivere il mondiale dove si sta giocando è qualcosa di unico, per esempio ho fatto quello in Brasile e penso sia la cosa più bella vivere un mondiale in Sudamerica.”
- Parliamo molto spesso di una mancanza di talenti puri nel nostro calcio, lo credi davvero o secondo te c'è il rischio che se anche ci fossero mancherebbe il coraggio di schierarli e difenderne gli eventuali errori? “No, non credo che l'italia improvvisamente sia diventata un paese non calciofilo, credo invece manchino diversi passaggi per quanto riguarda la formazione dei calciatori e quindi quel talento che una volta ti veniva fuori oggi sembra mancare. Se guardiamo il numero dei convocabili di Mancini sono un numero troppo esiguo rispetto a quelli delle altre grandi nazionali sia europee che sudamericane. Secondo me non manca il talento, ma le persone, le figure e le strutture per farlo emergere.”
- Sei uno dei massimi cultori del calcio vero in Italia e questa tua passione e competenza sfrenata ti ha portato ad incontrare vari protagonisti del mondo dello sport, qual è l'incontro che ti ha segnato o ricordi più piacevolmente? “Sai, di calciatori ne ho incontrati diversi e rimani sempre emozionato perché sono loro i veri protagonisti, il calcio è dei calciatori, ma ti dico che in quanto raccontatore di calcio mi sono tremate le gambe quando sono arrivato a parlare con Victor Hugo Morales, incontrarlo per me è qualcosa di unico. Il racconto che fa del calcio mi ha sempre affascinato moltissimo e aver avuto la possibilità di parlarci e confrontarmi, potendo affermare adesso di averci quasi familiarità, posso dire che mi onora.”
- Questioni bianconere, Iling-Soulé-Yildiz-Huijsen, questi i 4 talenti più puri della next gen della vecchia signora, chi preferisci e chi credi possa fare più strada? “Sono giocatori tutti di talento, in momenti differenti delle loro carriere ma che hanno già dimostrato di poter giocare nella Juve anche se magari non subito, a me piace tantissimo Huijsen da quando l'ho visto e credo che abbia fatto un grande lavoro la Juventus a portarlo in bianconero, ma è anche quel calciatore che devi mettere in condizione di giocare il suo calcio, che è un calcio di totale proposta e letture, se cominci a farmelo giocare in area 90 minuti uomo contro uomo con solo sfide di corpo, lo limiti e diventa un calciatore di minor impatto, bisogna esaltarne le qualità, come in ogni giovane, poi ovviamente anche limitarne i difetti, ma questo è davvero un calciatore molto fine, anche se anche gli altri sono calciatori di super talento ovviamente”
- Per chiudere, se fossi il manager di una squadra di calcio italiana, a chi affideresti la panchina tra i tecnici più emergenti fattibili? “Ma guarda, fattibili dipende sempre, secondo me l'italiano migliore in prospettiva è Roberto De zerbi che secondo me è proprio un genio, poi mi piace molto Italiano; secondo me questi due al momento rappresentano il meglio del meglio, uno in Italia e uno nel mondo.”
Grazie ancora a Carlo Pizzigoni che ci ha concesso questa chiacchierata, stimolante e mai banale come sempre.
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