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Juventus-Zenit: Top&Flop

O “del vincere e convincere”

Scritto da Federico Arpini  | 

 

Top

 

Paulo Dybala 

Paulo Bruno Exequiel Dybala da Laguna Larga, Argentina aka il Capitano di campo di questa Juventus FC. Un Capitano nel calcio non è (solo) quello che va a fare la faccia cattiva da film di Bud Spencer all’arbitro, ma (soprattutto) quel giocatore che nei momenti di difficoltà tecnica ed emotiva della squadra se la carica sulle spalle coperte da un numero 10 dal peso storico incommensurabile e regala alla squadra una “goccia di splendore” nel mare di tenebra in cui vaga da un po’. Ieri sera era talmente bello da vedere che persino l’arbitro Hérnandez Hérnandez, tenendo fede al suo cognome, gli fa battere un rigore-rigore che lo porta a 106 gol con la maglia della Juventus, dopo aver siglato il centocinquesimo che porta “El Rey” a superare “Le Roi” e porta chi scrive a dire “è solo l’inizio”. Lunga vita al Capitano.

Federico Chiesa

Federico è l’emblema morale di questa Juventus. Sottotono in campionato (ma comprensibilmente) e quasi sempre decisivo in Champions League. Dopo un inizio tipicamente confusionario (ma è un male?) Chiesa inizia a sfoggiare tutto il suo repertorio di testardaggine e tecnica grazie al quale, prima guadagna un calcio di rigore trasformato da Dybala, e successivamente realizza in prima persona con un tracciante di sinistro che fa questionare l’esistenza di Dio a Kritciuk (non ho resistito). Ora Massimiliano Allegri lo aspetta in forma europea anche per raddrizzare quel campionato che per questa squadra sembra essere particolarmente indigesto. Tanto passerà anche da lui.

Weston McKennie

Se mi avessero chiesto “Zebra, chi è il giocatore che al netto delle sue qualità è il meno continuo della Juventus?” avrei senza dubbio risposto (a malincuore) Weston McKennie dimostrando come ci sono pochissime persone che possono parlare di pallone ed io non sono una di queste. Weston va di diritto tra i top della Juventus di ieri sera perché dopo essere stato (insieme a Dybala) l’unico giocatore a dimostrare la voglia necessaria a vincere contro Sassuolo e Verona, è anche uno dei più continui a livello di rendimento di questa fase di stagione. I suoi continui inserimenti senza e con la palla (la serpentina del secondo tempo è una delle più belle e scoordinate cose che abbia mai visto) fanno impazzire la difesa dello Zenit e creano i presupposti per l’assalto costante all’area in pieno stile Fort Knox. Hai capito Max? Questo non lo devi più togliere.

Flop

 

Alvaro Morata

Il gol realizzato nel finale ha un peso specifico leggermente superiore a quello del piombo per lui e lo dimostra gettandosi a terra e ringraziando mentalmente Dio per aver messo al mondo quell’omino argentino che gli ha servito una palla fantascientifica. Il gol però arriva dopo una serie di errori davanti alla porta o nelle scelte che gli valgono ancora il posto tra i flop. Il gol però lo deve rinvigorire e fargli salire un po’di quella cattiveria sotto porta che in passato ha dimostrato di avere, e che serve per fare l’attaccante di una squadra di prima fascia. Ne abbiamo tutti bisogno.

Leonardo Bonucci

In sé non è nemmeno una brutta partita quella di Bonucci, che per tutta la partita ha l’indiscutibile merito di non far entrare Rugani, capace negli 8 minuti di partita riservatigli di far prendere un gol à la Benny Hill alla Juventus. Tuttavia, se anche Leo è incolpevole sul secondo gol, è indiscusso protagonista della prima rete dei russi al 26’ del primo tempo. Quando Karavaev fa partire un cross a rientrare dalla sinistra destinato a spegnersi come un urlo di un dissidente nella steppa russa, è Bonucci a decidere per un intervento che, seppur concettualmente corretto, vanta una delle peggiori realizzazioni possibili facendo prendere alla palla una traiettoria che attualmente è in fase di studio alla NASA e che si va ad insaccare alle spalle di Szczesny. Un autogol che dimostra quanto l’attenzione dei singoli conti più del difendersi in area di rigore, e quanto se la fortuna è cieca, la sfiga ci veda benissimo.

 


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