Vedremo mai la Juve di Sarri?
Non siamo più la Juventus di Allegri ma forse non diventeremo mai quella di Sarri
Con tutte le discriminanti del caso che si concedono ad una squadra ancora in rodaggio e reduce da un tour de force intercontinentale, la Juventus di Sarri continua sempre più ad allontanarsi dal picco di Milano e a fornire prestazioni che per lunghi tratti di gara la vedono incapace di controllare il gioco e troppo spesso succube degli avversari. Quella di Bergamo, seppur importantissima, si candida prepotentemente a diventare l'ennesima vittoria di Pirro in stagione, una partita risolta ancora una volta dalla qualità dei singoli cui farà seguito un'altra formazione piena di scompensi e limitata tecnicamente. Sono due le costanti in ogni gara della Juventus giocata da metá ottobre in poi:
- le scelte a centrocampo, oggi vero rebus nelle proiezioni di formazione. Sarri sta ruotando continuamente i tre uomini che agiscono attorno a Pjanic, l'unica costante sembra essere diventata Rodrigo Bentancur, alternatosi con buoni risultati in tutti i ruoli della mediana a 4. Questo tourbillon di giocatori é indice di insoddisfazione da parte del tecnico che ancora non è riuscito a trovare uomini adatti ad assecondare le sue consegne tattiche che al contempo non portino troppi scompensi alla squadra nelle due fasi. È il centrocampo il primo reparto che Sarri provvede a cambiare a gara in corso, è dalle scelte in mezzo che passano le nostre fortune
-la scarsa capacità nella riaggressione da parte della squadra oggi è il vero problema: ogni errore tecnico ci costa 50 metri di corsa all'indietro perché non siamo mai efficaci nel recupero palla alto. Questo porta troppo spesso ad imbarazzi in possesso e ad atteggiamenti di indolenza e frustrazione dei giocatori ad ogni errore tecnico del compagno. In quest'ottica appare inspiegabile la rinuncia preventiva a giocatori come Can e l'ottusa insistenza a schierare Sami Khedira, ormai ridotto a pallida copia del bellissimo giocatore visto nelle partite agostane, capace di chiudere triangoli in ogni onda del campo.
Più passa il tempo e meno la Juventus assomiglia all'ideale tattico perseguito dal mister toscano. Arrivati a questo punto è lecito domandarsi se arriveremo mai ad un approdo tattico che ci permetta di evitare i tanti scompensi tecnici e in non possesso visti nelle ultime settimane oppure rimarremo nel guado, ancora intenti a perseguire, almeno a parole, un'idea di squadra che oggi si è dimostrata poco più di un'utopia.
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