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La teoria del niente

Evoluzione darwiniana del corto muso

Correva l'anno 2014, la Juventus vinceva a mani basse in Italia e si apprestava a ripetersi per ancora molti anni. Ignorava, tuttavia, il percorso che da lì a poco le si sarebbe presentato davanti. Non più Conte, bensì Allegri. Scommessa last minute rivelatasi vincente. In realtà questa slide in doors segna un'epoca per l'ambiente di Torino. 

Oltre a vincere tanto, quasi tutto a dire il vero, diviene una sorta di spirito guida per i non più austeri sabaudi. A tal punto da trasformarsi in una presenza da cui la Juve non riuscirà a liberarsi neppure assumendo la sua nemesi. 

Ognuno sembra avere il Cruijff che si merita dopotutto..

Perché vi racconto nuovamente questa storia? 

Perché è alla base della Teoria del Niente, l'evoluzione darwiniana del corto muso. 

Se la più famosa teoria di Stephen Hawking è in grado di spiegare e riunire in un unico quadro tutti i fenomeni fisici conosciuti, quella Torinese spiega perfettamente il declino di un ambiente appiattito su una gestione mediocre (almeno dal 2017) e senza prospettiva di crescita sportiva. 

Il niente è ciò che la Juventus continuerà a raccogliere se non saprà darsi una nuova struttura e una nuova guida Sportiva. 

Se non saprà lavorare su innovazione e preparazione costante. Se non tornerà a comprendere che il proprio DNA è voglia di lottare fino alla fine, trasformando il piccolo in grande e la gioia di vincere dominando gli aspetti nevralgici della partita. 

Vincere per meriti e per bellezza. Juventus è eccellenza, si torni a pretenderlo. Si tornerà a sognare e i sogni sono il miglior veicolo per raggiungere gli obiettivi più grandi.


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